Il Mare Adriatico sta vivendo un processo di trasformazione profonda a causa dei cambiamenti climatici in corso. Questo bacino, caratterizzato da fondali poco profondi, risulta essere particolarmente suscettibile all’aumento delle temperature, che recentemente hanno superato i 30°C. Questo innalzamento termico sta trasformando gradualmente l’Adriatico in un ambiente simile a quello dei mari tropicali.
Sebbene questo cambiamento possa sembrare un vantaggio per il turismo, le ripercussioni sull’ecosistema marino sono gravi e preoccupanti. La flora e la fauna locali, non abituate a condizioni tropicali, subiscono uno stress significativo, con conseguenti danni alla biodiversità. A complicare ulteriormente la situazione, l’eccessiva presenza di nutrienti provenienti dai fertilizzanti agricoli e dai liquami zootecnici favorisce la proliferazione di microalghe responsabili della formazione di mucillagine.

Il riscaldamento dell’Adriatico è una vera minaccia per l’ecosistema locale: lo studio
La Mucillagine e le Conseguenze sull’Ecosistema Marino
La mucillagine, una sostanza gelatinosa formata da microalghe, si accumula sia in superficie sia sui fondali marini, creando non solo un problema estetico, ma anche pratico. Le comunità costiere, come quella di Fano, hanno osservato un drastico cambiamento nel comportamento del mare e nella composizione delle specie ittiche. Alcuni pesci sono drasticamente diminuiti o sono scomparsi, mentre specie invasive, come il granchio blu, hanno trovato un ambiente favorevole per proliferare.
Sfide per la Pesca e il Turismo
La proliferazione di mucillagine rappresenta una seria minaccia per l’industria della pesca, poiché questa sostanza viscosa può intasare i motori delle imbarcazioni e ostruire le reti da pesca, colpendo in particolare i molluschi come mitili e vongole, già sotto pressione a causa delle specie invasive. Il riscaldamento del mare è stato definito il peggiore mai registrato, con previsioni che indicano un ulteriore peggioramento delle condizioni.
Le comunità costiere, soprattutto quelle di piccole dimensioni come Pesaro e Cattolica, affrontano sfide crescenti. L’alto costo della vita e la complessità della burocrazia aggravano una situazione già critica, minacciando la sostenibilità delle attività locali. Il futuro dell’Adriatico appare incerto, con un destino sempre più simile a quello di un mare tropicale, un cambiamento che, se non gestito con attenzione, potrebbe avere conseguenze irreversibili.

Aspetto della mucillagine
La Mucillagine Visibile dallo Spazio
La situazione è così grave che la mucillagine, ritornata in abbondanza nell’Adriatico, è ora visibile dallo spazio. Un satellite ha catturato immagini dell’espansione di questa sostanza biancastra, che impatta negativamente su pesca, turismo e habitat naturali. Sebbene la mucillagine non rappresenti un pericolo diretto per la salute umana, la sua presenza può sottrarre ossigeno ai pesci e ai molluschi, causando danni significativi agli ecosistemi marini.
La formazione della mucillagine è un processo naturale che è sempre esistito, ma le caratteristiche morfologiche del Mare Adriatico, con la sua ridotta profondità e bassa salinità, favoriscono la proliferazione di questo fenomeno. Le piogge intense e frequenti nel Nord Italia, dovute alla crisi climatica, diluiscono ulteriormente le acque costiere, favorendo lo sviluppo del fitoplancton e, di conseguenza, della mucillagine.
L’eutrofizzazione, ovvero la sovrabbondanza di nutrienti come azoto e fosforo, è uno dei principali fattori che contribuiscono alla crescita della mucillagine. Questa situazione è aggravata dalle attività agricole e zootecniche nella Pianura Padana, i cui scarti vengono trasportati verso il mare dal fiume Po, potenziando la proliferazione della mucillagine e causando danni all’ecosistema marino.
Il riscaldamento dell’Adriatico e la proliferazione della mucillagine rappresentano una sfida seria e urgente per la salvaguardia dell’ecosistema marino e delle comunità costiere che dipendono da esso. Un intervento tempestivo e mirato è necessario per mitigare gli effetti negativi di questo fenomeno e preservare la biodiversità e le attività economiche della regione.